Avere una dentatura allineata è un’esigenza che molti pazienti adulti richiedono per migliorare la propria estetica, essendo l’esposizione dentaria ed il sorriso fondamentali per la bellezza di un viso.
Per tale motivo il piano di trattamento ortodontico è frutto di un accurato esame radiografico e relativo tracciato cefalometrico, di un approfondito esame dei modelli in gesso, con relativa analisi dello spazio, ma anche di un’accurata analisi estetica del viso.
Senza addentrarci nei dettagli di quest’ultima vogliamo focalizzare la nostra attenzione sull’esposizione degli incisivi superiori con le labbra a riposo. Questo è fondamentale ad esempio quando trattiamo un caso che presenta alterazioni nell’overbite sia in eccesso che in difetto.
Il caso clinico che presentiamo è un esempio di trattamento in caso di morso aperto anteriore. La paziente chiedeva una terapia ortodontica invisibile fissa linguale senza attacchi, per nascondere completamente la presenza dell’apparecchio e non avere alterazioni fonetiche ed irritazioni alla lingua.
Nonostante la presenza di un overbite negativo l’esposizione del margine incisale superiore era di circa 2 millimetri, pertanto la correzione di tale discrepanza verticale non poteva essere ottenuta mediante estrusione del gruppo frontale. Da considerare inoltre che l’incremento dell’esposizione dentaria rispetto alle labbra si sarebbe già ottenuto mediante la riduzione dell’eccessiva vestibolarizzazione dei denti anteriori.
La terapia è stata eseguita mediante intrusione dei settori posteriori e lingualizzazione del gruppo frontale superiore ed inferiore.
A tale scopo è stata dapprima eseguita una procedura di stripping da distale 12 a distale 22 e da distale 42 a distale 32, per creare lo spazio necessario alla lingualizzazione degli incisivi.
Dei sezionali di ancoraggio in acciaio sono stati bondati sui canini e premolari di tutti i quadranti. Per il gruppo frontale è stato modellato un retainer con delle anse verticali ad U tra gli incisivi laterali ed i canini.
Al fine di ottenere una meccanica a scorrimento il retainer è stato isolato creando un manicotto intorno ad esso nel settore da bondare agli incisivi.
La procedura di adesione è stata eseguita bondando dapprima il retainer sugli incisivi.
Successivamente aprendo le anse di circa 1,5-2 mm è stato bondato ai canini.
Visione dell’ansa prima e dopo l’adesione al 23:
Stesso sistema applicato all’arcata inferiore dopo la procedura di stripping:
Contemporaneamente alla retrazione del gruppo frontale superiore ed inferiore, per ottenere l’intrusione dei settori posteriori, sono state applicate delle miniviti vestibolari tra i primi ed i secondi molari. Una catenella elastica era legata da un lato alla vite e dall’altro era direttamente bondata alla superfice vestibolare del secondo molare.
La paziente è stata controllata una volta al mese e durante ogni visita veniva sia sostituita la catenella intrusiva sia attivati gli archi di retrazione. Per eseguire queste attivazioni si consumava con una fresa diamantata a basso numero di giri quasi tutto il composito di adesione per poi far saltare l’ultimo strato aiutandosi con uno specillo in modo da non ledere il filo.
Debonding e rebonding dell’ansa sul canino di sinistra:
Progressiva riduzione degli spazi creati dallo stripping con retrazione del gruppo frontale:
Visione frontale della progressiva riduzione del morso aperto:
Visione laterale dopo diversi mesi di attivazioni e progressiva riduzione dell’openbite:
Visione frontale iniziale e finale a confronto:
Ortopantomografia finale, Tele finale, tracciato finale, tabella finale:
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