RIABILITAZIONE PROTESICA NEI SETTORI ANTERIORI AD ELEVATO IMPATTO ESTETICO: CASO CLINICO
Un paziente di sesso maschile di 28 anni giungeva alla nostra osservazione lamentando un discomfort estetico a carico di due restauri in resina composita in regione 11 e 21, per altro fratturati e strutturalmente compromessi. Il paziente segnalava, inoltre, contatti occlusali disomogenei durante il movimento di protrusione mandibolare. L’esame radiografico mediante radiografia endorale mostrava una evidente infiltrazione dei restauri (fig.1).
Dopo aver esposto al paziente le varie possibilità terapeutiche del caso, si concordava la sostituzione dei pregressi restauri con 2 corone in ceramica integrale con strutture in zirconia prodotte mediante tecnologia CAD-CAM.
Veniva effettuata una terapia parodontale di supporto mediante detartrasi e profilassi domiciliare. I pregressi restauri in composito sono stati opportunamente rimossi e sostituiti.
Di seguito, si procedeva alla correzione delle geometrie protesiche realizzando due preparazioni con spalla circonferenziale a chamfer con ampiezza pari ad 1 mm, secondo i principi tradizionali di preparazione per protesi fissa; ai monconi veniva conferita una convergenza complessiva di circa 15° (fig.2), secondo quanto prescritto per le preparazioni protesiche per restauri in ceramica integrale. La letteratura motiva tale indicazione in virtù delle modalità di scansione CAD-CAM; alla minore ritenzione rispetto a preparazioni protesiche tradizionali per corone in metallo-ceramica si sopperisce mediante la cementazione adesiva meccano-chimica delle ceramiche integrali.
Dopo 3 settimane di condizionamento tissutale mediante 2 corone provvisorie in resina acrilica in regione 11 e 21 (fig.3),
si procedeva al rilevamento di una impronta di precisione utilizzando un portaimpronta individuale in resina acrilica autopolimerizzante e polieteri a media e bassa viscosità (fig.4).
Verificata la congruenza delle cappe in zirconia (fig.5), si procedeva alla realizzazione di 4 corone (Odontotecnico Sig. Vincenzo Mutone) come di seguito riportato (fig.6):
– corona in metallo-ceramica sull’elemento 11
– corona in metallo-ceramica sull’elemento 21
– corona in zirconia-ceramica sull’elemento 11
– corona in zirconia-ceramica sull’elemento 21
La scelta di realizzare 2 corone in oro-ceramica è stata effettuata a scopo meramente speculativo, al fine di confrontare il rendimento estetico dei restauri metal-free rispetto alle protesi con struttura metallica.
Il rivestimento estetico è stato realizzato con ceramica feldspatica tradizionale per i restauri in metallo-ceramica e con ceramica feldspatica dedicata per ceramiche integrali per le corone in zirconia-ceramica. Quest’ultima è caratterizzata da un coefficiente di espansione termica adatto all’accoppiamento con la struttura in zirconia. Taluni dati citati in letteratura, tra l’altro, hanno riportato la presenza di un legame chimico, oltre che meccanico, tra la ceramica di rivestimento e la struttura in zirconia.
Al fine di evidenziare le differenti proprietà ottiche dei materiali impiegati, è stato effettuato un test di transilluminazione mediante lampada per fotopolimerizzazione: sia al di fuori del cavo orale (fig.7), che posizionati sui monconi dentari (fig.8), i restauri con struttura in zirconia hanno mostrato una trasmissione della luce molto più soddisfacente rispetto alla spiccata opacità delle corone in oro-ceramica.
Una volta posizionati i restauri in metallo-ceramica sui monconi senza l’utilizzo di alcun cemento, si notavano una buona tessitura superficiale e valide caratterizzazioni ma i tessuti molli evidenziavano la trasparenza di un colore grigio tenue a livello delle regioni cervicali dovuto alla presenza delle strutture metalliche (fig.9 -10).
Il biotipo gengivale sottile e festonato del paziente ha, senza dubbio, influenzato negativamente il risultato estetico dei restauri che sono stati considerati esteticamente non soddisfacenti.
Così come i restauri in oro-ceramica, le corone con struttura in zirconia hanno mostrato un adattamento marginale ottimale.
Il differente rendimento estetico delle due tipologie di restauro è stato paragonato posizionando una corona in oro-ceramica sull’elemento 11 contestualmente ad una corona in zirconia-ceramica sull’elemento 21 (fig.11 – 12 ),
e, successivamente, invertendo tale disposizione con le restanti corone (fig.13 ).
I restauri in ceramica integrale sono stati cementati con un cemento resinoso e tecnica adesiva con l’ausilio della diga di gomma. Gli eccessi di cemento sono stati rimossi mediante curette in teflon, al fine di non intaccare la glasatura superficiale della ceramica. Infine, le corone sono state articolate per svolgere una corretta funzione in protrusiva e l’occlusione del paziente è stata attentamente controllata.
L’inestetismo legato alla trasparenza delle armature metalliche in regione cervicale è stato corretto con piena soddisfazione del paziente. Alla cementazione, tuttavia, permaneva uno spazio interdentale privo di papilla (fig.14).
Il profilo emergente di entrambi i restauri appariva congruo (fig.15).
A 14 giorni dalla cementazione, si è potuta osservare la restitutio ad integrum della salute del parodonto di superficie a livello di entrambe le corone e la completa maturazione della papilla interincisiva con conseguente riempimento dello spazio interdentale (fig.16,17,18).
CONTROLLO A 5 ANNI
BIBLIOGRAFIA
- Behrens et al., IADR 2004; #0243
- Behrens et al., CED 2004; #115
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