Buongiorno a tutti,
sono il dottor Loris Prosper un dentista e un odontotecnico che fa il nostro bellissimo lavoro da più di quaranta anni. Il mio campo di specializzazione è la protesi fissa in area estetica con attenzione al rispetto della fisiologia dei denti e del parodonto, il mantenimento di quanta più sostanza dentale possibile nella preparazione e il mantenimento o, dove necessario, la correzione delle disarmonie occlusali. Da poco ho pubblicato il libro “Bioestetica nella Riabilitazione Orale “ editrice Quintessenza , che raccoglie la mia esperienza e le mie ricerche. Sin dagli inizi della professione la mia missione è stata la didattica, insegnare gli accorgimenti e le tecniche che ho maturato con l’esperienza e gli errori.
L’attenzione di molta letteratura scientifica oggi spesso si concentra su concetti astratti e non collegati alla pratica quotidiana dell’odontoiatra generico e/o specialista.
Dal mio punto di vista quello che manca è una descrizione dettagliata e sistematica di tutti i passaggi per eseguire le procedure odontoiatriche nella pratica quotidiana. È una preparazione giusta per quel dente, per quella gengiva, per quella bocca e per quel paziente? Perché eseguire una spalla, una spalla bisellata, un chamfer o una preparazione a finire? Quali sono gli spessori necessari? E, ancora più importante, come realizzarli?
Per questo motivo ho pensato di creare un nuovo libro, un atlante, che guidi passo dopo passo alla preparazione degli elementi dentari per restauri extracoronali totali e parziali (faccette ed intarsi). Per ciascuna preparazione e per ciascun dente saranno indicate quali preparazioni meglio si adattano a seconda delle diverse situazioni cliniche, valutando le molteplici variabili che possono entrare in gioco: se il dente sorregerà una corona singola o un ponte, la posizione all’interno dell’arcata, il materiale restaurativo scelto, la salute parodontale, l’importanza all’interno della funzione occlusale.
Personalmente ritengo particolarmente impegnativa la preparazione dei canini. Essendo denti chiave per l’occlusione la loro riabilitazione protesica è spesso difficoltosa. Date le forze extra assiali a cui questi denti sono sottoposti, particolare attenzione deve essere riposta a ottenere un pilastro robusto e, al contempo avere uno spazio adeguato per il rivestimento estetico della corona.
A scopo didattico la preparazione del pilastro viene divisa per tipologia di preparazione: sfruttando l’integrità del moncone didattico prima viene preparata la parte vestibolare per una faccetta e poi si procede a eseguire una preparazione totale.
Caso iniziale: canino inferiore, 3.3
Il primo passaggio viene sempre eseguito con una fresa a pallina del diametro da 1,2mm Tutti i passaggi vengono eseguiti con la stessa fresa a pallina, in modo da poter creare un solco di circa la metà dell’equatore, ad es. se la pallina ha un diametro di 1,2mm la metà della profondità sarà 0,6 mm circa. Con una fresa a forma di chamfer di diametro medio si raccorda lo smalto vestibolare Con una fresa a chamfer molto sottile si rimuove la parte interprossimale , facendo attenzione a non toccare i denti adiacenti. Si consiglia di utilizzare delle matrici metalliche Con una fresa tronco conica a testa arrotondata si inizia a dare forma alla preparazione La colorazione rappresenta i tre piani della preparazione, le zone interprossimali vengono eliminate con una fresa sottile a forma di chamfer. A questo punto abbiamo realizzato una preparazione di una faccetta con interessamento interprossimale Con la stessa fresa tronco conica a testa arrotondata si creano delle tacche incisali dello spessore di 2 mm. È importante mantenere l’inclinazione del piatto incisale di circa 40° Per ottenere una superficie piatta si utilizza una fresa al carburo di silicio montata su anello blu La preparazione viene definita con fresa a grana medio fine Sequenza di passaggi con gommini modificati montati su anello rosso Osservando la preparazione isolata dal modello di lavoro è possibile osservare una preparazione per una faccetta con interessamento delle zone interprossimali, dove in ordine di colore iniziando dalla zona cervicale ( verde ) si ha un disegno a chamfer con spessore di circa 6-8 decimi, per proseguire fino alla zona centrale (rosso) anch’essa di 6-8 decimi, fino alla zona del terzo incisale (fucsia) con un piano inclinato lingualmente per consentire al ceramista più agio nelle stratificazioni incisale. La visione buccale rappresenta la preparazione con conicità congrua per evitare qualsiasi sottosquadro.La visione sagittale consente di rimarcare la minima concavità mesiale e distale (blu) Nella visione sagittale si evidenzia la corretta posizione della fresa in carburo di silicio montata su anello blu (Dura green Shofu, ) La preparazione ripulita dai colori in prospettiva mesiale e distale. La linea rossa viene disegnata per evidenziare le caratteristiche della preparazione: assenza di sottosquadri e un finish line chiaro nelle zone interprossimali. Se ci si ferma a questo stadio avremo realizzato una preparazione di una faccetta ad estensione interprossimale con battuta incisale tipo “but joint”. Per eseguire una corona completa si passa alla parte linguale e si inizia sempre dalla fresa a pallina, con diametro di 1,2mm affondandola per metà del suo diametro. Così facendo si delinea un chamfer con uno spessore minimo (circa 6 decimi). Proseguendo verso le aree interprossimali si definiscono i margini della preparazione a livello dei punti di transizione con la parte vestibolare già preparata. Nelle immagini sagittali è possibile notare la continuità del finish line. Si raccordano i solchi guida nell’aspetto palatale del pilastro con la fresa a mongolfiera, da utilizzare su contrangolo ad anello rosso. In visione sagittale si apprezza il disegno della fresa dalla forma complementare alla fossa linguale dei centrali e canini.
Il colore rosso evidenzia la morfologia ottenuta, che a mio parere rappresenta il goal clinico per la monconizzazione degli elementi anteriori in quanto consente una riduzione calibrata, conservativa e omogenea La stessa superficie viene ripassata con delle gommine con differenti granulometrie. Dapprima la gommina conserva la sua forma originale , successivamente inizia a consumarsi fino ad assumere la stessa forma della mongolfiera, ideale per lucidare le parti palatali. Per meglio analizzare la nostra preparazione si può utilizzare uno spray colorato, normalmente utilizzato in laboratorio per i controlli occlusali. Questo accorgimento consente di opacizzare la superfice del dente e di evidenziare eventuali sottosquadri creati durante la preparazione. La prova del nove la si ottiene appoggiando la fresa nella parete già ultimata e, qualora ci fosse un sottosquadro la fresa non lascerebbe un segno uniforme dalla fine della preparazione al terzo incisale , si osserverebbe una linea non continua, evidenziando la presenza di un sottosquadro. Le ultime figure evidenziano in entrambe le pareti mesiali e distali un disegno continuo. Da una visione sagittale è possibile osservare una gommina modificata per arrotondare gli spigoli vivi: tutte le preparazioni per corone in metal free devono avere i bordi arrotondati. Le due tacche con diametri differenti servono ad accedere più agevolmente alle aree da arrotondare Con la stessa gommina, modificata per ottenere una forma differente, si ripassa tutta la preparazione, cercando di seguire il disegno creato con la fresa diamantata a grana fine La preparazione differenziata ultimata in diverse proiezioni. La linea rossa definisce la preparazione palatale con disegno a chamfer piccolo , mentre la linea verde definisce la preparazione vestibolare con chamfer più profondo, la porzione del terzo incisale di colore bianco indica l’inclinazione obbligata per avere più spazio per la ceramica. La linea azzurra indica il confine tra la preparazione vestibolare e quella palatale.
Grazie ai sistemi di scannerizzazione è possibile ottenere immagini in 3D del pilastro. Queste immagini permettono di avere più chiara la preparazione, ci consentono di verificare se nelle preparazioni ci sono dei minimi sottosquadri, sono la “ prova del nove ” . La prima immagine è vista da distale , la seconda è ruotata ed è vista da palatale. Il colore giallo-verde indica la zona preparata: il chamfer profondo vestibolare e chamfer sottile dalla zona mesiale a distale. La zona rossa rappresenta l’oltre preparazione Anche in visione occlusale si può vedere la differenza tra la preparazione vestibolare e quella buccale In visione occlusale si deve poter vedere l’intero fine della preparazione (Finish Line ). Se questo non fosse possibile, significherebbe che ci sono dei sottosquadri sulle pareti. La linea bianca evidenzia la parte linguale,dove si nota che lo spessore è minimo, la linea rossa evidenzia la parte vestibolare in cui lo spessore è maggiore
In queste immagini in 3D si può apprezzare la continuità della transizione fra i due tipi di preparazione, la linea rossa rappresenta il confine assiale fra i due. Non sono presenti angoli vivi.
I minimi spessori da ottenere dipendono dal materiale da restauro scelto e dalla area della preparazione:
cervicale: 0.8-1mm
assiale: 0.8-1mm
incisale: 0.8-1,5/2mm
Lo spessore minimo della parete palatale della corona dipende dal materiale da restauro e varia da 0.5mm per le corone in metallo ceramica a 1-1,5mm per le corone metal free Impronte del pilastro rispettivamente in idrocolloide reversibile, in due differenti polivinil silossani e in polietere. Esempio di un caso clinico documentato per 12 anni, di una corona in Allumina e ceramica Shofu . (5l-5m) A distanza di 5 anni, (5n-5o) a distanza di 12 anni
Secondo caso clinico : Ponte di 6 elementi con preparazioni a spalla arrotondata e slice a 360°
Preparazioni di 43-33 ,con una disegno a spalla e slice circonferenziale ( preparazione a chiusura inclinata). Uno delle più frequenti complicazioni che occorrono in casi di preparazioni complesse è l’impedita completa seduta della corona a causa di un precontatto dove il finish line procede apicalmente dalla porzione interprossimale allo zenith interprossimale La figura 1a -b evidenzia i tre punti critici di una preparazione molto elittica, dove il punto A è molto distante dal punto B ed anche il punto B è distante dal punto C.
Impronta in Polietere. Prova della struttura in PMMA trasparente . Ultima verifica viene fatta con la struttura in zirconio. Il ponte in zirconio ceramizzato con ceramica ZR Shofu.
I particolari visti all’interno della struttura evidenziano la particolarità delle preparazioni.
Immagini cliniche delle chiusure del 33 e 43 a 4 anni dalla cementazione, è evidente una buona integrazione tra le protesi e il parodonto.
I casi clinici sono tratti dal libro “Bioestetica nella riabilitazione orale”
Loris Prosper, Quintessenza Edizioni 2016).