Il paziente giunto alla mia osservazione presentava la seguente situazione clinica (fig.1-7):
-prima classe molare destra e sinistra, prima classe canina a sinistra e testa a testa canino a destra;
-un ponte provvisorio che coinvolge gli elementi 12, 11 e 22, realizzato a causa della perdita per trauma dell’elemento 21;
-affollamento all’arcata inferiore;
-OVB di 5mm, OVJ di 2 mm ;
-ottima salute parodontale con assenza di tasche,
-differente abrasione dei canini inferiori con maggiore abrasione di quello di sinistra.
Il paziente desiderava effettuare l’ allineamento dell’arcata inferiore ma chiedeva una terapia non visibile e poco fastidiosa.
TERAPIA
La terapia è stata effettuata mediante una terapia linguale senza attacchi con l’ausilio dei retainers pre-attivati. La terapia linguale senza attacchi è stata ideata dal Prof. A. Macchi e dal Dott. N. Cirulli e successivamente applicata anche da altri autori. Mediante i retainers pre-attivati è stata espansa la regione intercanina ed è stato allineato il gruppo frontale inferiore. Grazia alla presenza del ponte in resina superiore, che è stato opportunamente scaricato, è stato possibile recuperare spazio per allineare tali elementi dentari mediante vestibolarizzazione degli stessi senza effettuare stripping.
Durante il primo appuntamento sono state prese le impronte, sono state effettuate le foto e sono state prescritte le radiografie. Successivamente si è proceduti ad applicare l’apparecchio ortodontico.
Modellazione del retainer attivo
Un filo per retainer passivo composto da 5 fili intrecciati e dello spessore di 0.0175 pollici è stato modellato in modo che si adattasse passivamente alla superficie linguale dei denti dell’arcata inferiore da canino a canino (fig. 8).
Delle anse a U dell’altezza di circa 3 mm sono state modellate mesialmente e distalmente ai denti 41, 31, 32 e mesialmente al dente 33. Tali anse aumentano l’elasticità del filo, consentono di attivare l’espansione dell’arcata e di effettuare piccoli livellamenti verticali.
Attivazione del retainer
Il filo è stato quindi attivato piegando lingualmente il segmento da bondare sui denti 41 e 32 e piegando vestibolarmente il segmento da bondare sul dente 31. Le anse a U sono state aperte di circa 1,5 mm ognuna.
Procedura di adesione del retainer
Le superfici linguali del gruppo frontale inferiore sono state accuratamente pulite. Successivamente sono state mordenzate per 30 sec, è stato applicato l’adesivo e polimerizzato per 20 secondi su ogni dente. Utilizzando una pinzetta il filo è stato posizionato sul dente 31, mantenendo il piano orizzontale, ed è stato ricoperto da circa 1 mm di composito fluido (Filtek Flow, 3M ESPE). Si è proceduti a polimerizzare per 20 sec.
Successivamente sono state chiuse di circa 1,5 mm ognuna le anse mesiali e distali all’elemento 41 ed il filo è stato bondato sui denti 42 e 43 ricoperto sempre da circa 1 mm di composito. Durante la procedura di chiusura delle anse bisogna far attenzione a non ribaltare il filo e cioè a non dislocarlo coronalmente o apicalmente. Il filo deve mantenere il piano orizzontale altrimenti si introducono indesiderate forze estrusive o intrusive.
Successivamente le anse mesiali e distali all’elemento 42 sono state chiuse di circa 1,5 mm e il filo è stato bondato sul dente 43.
Il segmento da bondare sul dente 41, grazie alle precedenti attivazioni si trovava lingualmente e con l’utilizzo di uno strumento di utilità è stato posizionato sulla superficie linguale del dente 41 e bondato. Il ritorno elastico del filo porterà quindi il dente lingualmente appena le anse avranno creato spazio.
Anche il segmento di filo da bondare sul dente 32 si trovava lingualmente ed è stato posizionato sul dente tramite uno strumento di utilità e bondato (fig. 8).
L’allineamento dei denti in senso vestibolo linguale avviene man mano che le anse espandono l’arcata da canino a canino.
Successivi controlli
Ad un mese di distanza si comincia a notare la riduzione dell’affollamento (fig. 9).
Il paziente viene controllato ogni 3-4 settimane. Ad ogni appuntamento il filo viene staccato dal settore che si intende attivare consumando il composito con una fresa diamantata cilindrica sotto irrigazione. Il filo viene quindi attivato aprendo le anse o piegandolo in senso vestibolo linguale e viene riattaccato.
Quando l’allineamento è completato, in questo caso dopo circa 6 mesi, il retainer attivo è stato sostituito da un retainer passivo ( fig. 10-14).
Come si può osservare dalla ortopantomografia effettuata dopo un mese dall’applicazione del retainer passivo, non ci sono alterazioni a carico delle radici degli elementi dentari interessati (fig. 15).
Bibliografia
1. Macchi A, Cirulli N. “Fixed Active Retainer for Minor Anterior Tooth Movement”. Journal of Clinical Orthodontics, 2000.
2.Macchi A, Rania S, Cirulli . “Una proposta per la gestione di disallineamenti anteriori: il mantenitore attivo di contenzione (MAC)”. Mondo Ortodontico, 1999.
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