Dal portaimpronte al manufatto protesico: tecniche per la realizzazione
La perdita degli elementi dentari è percepita dai pazienti come un netto peggioramento della qualità di vita. Benchè negli ultimi anni la prevenzione odontoiatrica abbia raggiunto livelli sempre più confortanti, l’allungamento della vita media si associa spesso ad un aumento dell’incidenza delle malattie parodontali e della perdita di supporto dentario, causando con il tempo una condizione di edentulia totale. Il superamento dei problemi che il paziente edentulo pone nell’ambito della riabilitazione richiede allo specialista di esercitare tutta la sua perizia e stimola la ricerca nel campo di materiali e tecniche innovative. Ogni fase sia clinica che tecnica, infatti, va eseguita nel rispetto di concetti tradizionali, dall’estensione dell’area basale alla precisone dell’interfaccia tra tessuti molli e superficie d’impronta della protesi, dalla funzionalizzazione del bordo alla modellazione del corpo protesico, da una corretta e fisiologica determinazione dei rapporti maxillo-facciali orizzontali e verticali ad un ottimale montaggio dei denti artificiali.
PRESENTAZIONE DEL CASO CLINICO
All’osservazione degli autori è giunta una paziente di sesso femminile di 58 anni di età. La raccolta dei dati anamnestici ha permesso di evidenziare buone condizioni di salute generale; la paziente non era fumatrice. Giunta all’osservazione del clinico, la paziente presentava problematiche sia di natura funzionale che comunicativa, causando una crescente sensazione di discomfort nelle relazioni interpersonali. Di conseguenza, esprimeva il desiderio di effettuare una riabilitazione radicale della propria situazione stomatognatica, ponendo particolare attenzione all’estetica.
Obiettivo primario, pertanto, era la realizzazione di un manufatto protesico che, nel più totale rispetto della funzione, garantisse un’estetica ottimale sia per la paziente che per gli operatori.

Procedure tecniche
Concordemente con le metodiche convenzionali, Il clinico rilevava le impronte di studio utilizzando un idrocolloide irreversibile. Le impronte preliminari devono essere sovraestese in modo da rilevare la completa estensione della superfice del mascellare superiore e mandibolare inferiore e delle strutture molli ad esse adiacenti.

Le impronte giunte in laboratorio venivano disinfettate e si procedeva alle fasi di lavorazione a partire dal boxaggio con un listello di cera e successivamente inscatolate


e pronte ad accogliere il gesso; questo permetterà di ottenere dei modelli preliminari dettagliati ed esteticamente validi.



Ottenuti i modelli preliminari, in base alle indicazioni del clinico, veniva indicata la tecnica del Prof. Passamonti per la realizzazione dei portaimpronta. Quindi, si procedeva alle fasi di lavoro. Puntando una matita colorata blu nel fondo del fornice, tracceremo la sua profondità.


Si completava il disegno con il limite del portaimpronta ed i tissue stop.




La fase di preparazione del portaimpronta veniva completata adagiando uno spessore di cera sui modelli.


Quindi si procedeva alla realizzazione dei portaimpronta individuali.




Il clinico rilevava delle impronte correttamente sovraestese, effettuando le convenzionali manovre cliniche.


Al fine di realizzare i modelli di lavoro, è indispensabile boxare le impronte master in modo da proteggere il bordo delle future protesi;



le impronte vengono colate con gesso di IV classe.
Successivamente, si realizzavano le basi di registrazione in resina fotopolimerizzabile; tale procedura veniva eseguita in più steps in modo da controllare la contrazione del materiale.




Il medesimo materiale fotopolimerizzabile veniva, inoltre, utilizzato per produrre una placca per facilitare la registrazione dell’arco facciale con una struttura ritentiva per farla aderire alla forchetta occlusale


Si procedeva al rilevamento delle registrazioni intra ed extraorali mediante arco facciale, in modo da restituire alla paziente un corretto sostegno labiale ed armonizzare i rapporti oro-facciali.


L’attenzione del bloccaggio in articolatore è importante al fine di non perdere i rapporti intermascellari rilevati dal clinico.
Si procedeva dapprima con il bloccaggio del modello superiore.


Successivamente, si finalizzava il bloccaggio dei modelli in articolatore


Dopo aver attentamente valutato i movimenti centrici ed eccentrici realizzabili durante le escursioni mandibolari simulate in articolatore ed avendo considerato la presenza di protesi totali rimovibili, si decideva di ottimizzare la stabilità occlusale mediante uno schema di occlusione bilateralmente bilanciata.
Utilizzando le misurazioni che il clinico aveva riportato sui valli in cera, era possibile determinare la misurazione della sestina frontale mascellare da utilizzare ed anche la lunghezza di ogni singolo dente.
SI decideva di utilizzare denti in resina VITAPAN PLUS. L‘andamento individualizzato del bordo incisale, la naturalezza delle caratteristiche di curvatura ed angolari e la vitalità della tessitura superficiale labiale fanno sì che il dente sembri essere un elemento naturale. Le chiusure interdentali non solo consentono una configurazione naturale delle papille ma agevolano anche una corretta pulizia della protesi da parte del paziente. La configurazione palatale sostiene la guida anteriore e contribuisce ad una migliore fonesi a protesi inserita.
La tecnica di montaggio dei denti frontali avviene per “sostituzione”; quindi, si eliminava il giusto quantitativo di cera per sostituirlo con il dente corrispondente,



procedendo, così, al montaggio dei denti frontali antero-superiori.






La tecnica di montaggio portava a montare gli elementi 33 e 43 in modo da determinare lo scivolamento dei canini superiori su quelli inferiori, senza avere diastemi nei settori posteriori ed ottenendo un’adeguata proporzione di ovebite ed overjet.


Stabilita la posizione di 33 e 43, si posizionavano 31 e 41 rispettando la mediana dei due centrali superiori.


Nello spazio restante venivano inseriti rispettivamente 32 e 42.


Si finalizzava il montaggio osservando che ci fosse un giusto rapporto tra estetica e funzione





Si eseguiva una prima prova per verificare la correttezza della posizione dei denti anteriori con ulteriori prove fonetiche ed estetiche. In questa fase del trattamento, la fidelizzazione ed il rapporto di fiducia instaurato con il paziente risultano di fondamentale importanza per coinvolgerlo in una costruttiva collaborazione. Si possono finanche seguire eventuali suggerimenti forniti dal paziente stesso, qualora, ovviamente, non interferiscano con gli aspetti funzionali controllati dall’odontoiatra.


Si completava il montaggio dei denti posteriori, optando per lo schema dell’occlusione bilateralmente bilanciata, previo controllo di tutti i parametri occlusali ed estetici.
Per il montaggio dei denti posteriori, si sceglieva di utilizzare i VITA LINGOFORM.
La riproduzione univoca della centrica e l‘intersecazione sferica delle superfici approssimali consentono un montaggio sicuro e controllabile dei LINGOFORM con tutti i tipi di morso. Essendo predisposto per le molteplici tecniche di montaggio, anche quella lingualizzata, soprattutto in protesi totale, il dente VITA LINGOFORM è in grado di prevenire atrofia delle creste alveolari anche quando in occlusione statica e dinamica i rapporti mandibolari sono sfavorevoli. Il design occlusale è indicato sia per il montaggio dente-dente che per il rapporto uno-a-due. La possibilità di ampliare lo spazio per la lingua e la realizzazione di un importante sostegno per le guance offerte dai denti VITA LINGOFORM completano il comfort protesico del paziente.
Si proseguiva al montaggio degli elementi di sostituzione dei settori latero-posteriori di ambedue le arcate, iniziando dal 14 che contattava con entrambe le cuspidi il piano del vallo inferiore, il 15 toccava solo con la cuspide palatale ed il 16 solo con la cuspide mesio-palatale, in modo da creare sia la curva di Spee che la curva di Wilson.



In egual modo, veniva montata l’emiarcata controlaterale



Eseguito il montaggio dell’arcata superiore, veniva effettuato il montaggio dei quadranti inferiori partendo dal 36 rispettando la chiusura in chiave di Angle, il 35 con un rapporto di uno-a-due e così anche il 34, facendo in modo che le cuspidi dei denti superiori cadessero nelle fosse degli inferiori.



Analogamente, veniva montata l’emiarcata controlaterale.



Nuovamente, indi, l’odontoiatra effettuava le definitive prove di centrica, dimensione verticale, estetiche e fonetiche, ricercando la massima naturalezza e collaborazione da parte della paziente.



Lo step successivo che effettuava il clinico era stabilire i limiti posteriori della protesi superiore, definendo il disegno dell’area di chiusura e la porzione di gesso da asportare.



Effettuato il disegno sul modello avendo avuto segnalazione sul quantitativo + o – da sottrarre, si procedeva alla manovra in senso antero-posteriore.



Come premesso, al fine di ottenere un risultato estetico ottimale, si dedicava particolare attenzione alla corretta integrazione tra i contorni gengivali degli elementi dentari di sostituzione e la loro colorazione. Si procedeva, dapprima, alla modellazione in cera delle festonature gengivali, cercando di riprodurre una morfologia del tutto naturale delle papille e delle parabole gengivali.





Con la stessa tecnica di modellazione, venivano modellate anche le flange protesiche posteriori e la protesi inferiore.


Con l’aiuto di un pennello metallico veniva creato un effetto a buccia d’arancia.




Le protesi modellate in cera venivano messe in muffola una per volta, così da poter controllare in maniera ottimale il rimontaggio in articolatore. Una volta rimosse dalle muffole, le protesi venivano sottoposte a pulitura e rifinitura, in modo da rimuovere ogni eventuale impurità.




La finalizzazione estetica delle flange protesiche prevedeva, infine, il disegno di una micro-geografia della marezzatura vascolare venosa ed arteriolare sulla superficie della mucosa alveolare di sostituzione.


Venivano impiegati dei compositi per la caratterizzazione delle flange protesiche. Spessori controllati di resina sono stati asportati e sostituiti con masse di composito, al fine di delineare i limiti tra gengiva aderente e mucosa alveolare.




La lucidatura delle protesi veniva eseguita in due tempi, mediante pulitrice ed al banco.


Conclusioni
I criteri di valutazione estetica possono essere molteplici a seconda del punto di vista dell’osservatore, sia esso l’odontoiatra, l’odontotecnico o il paziente. Si riscontra che quasi la totalità dei pazienti desidera denti bianchi, perfettamente dritti e senza imperfezioni di sorta. Di contro, gli operatori tendono a ricercare il colore, la tessitura di superficie, le caratterizzazioni e le modellazioni anatomiche, al fine di riprodurre nel modo più fedele possibile i tessuti naturali. Tuttavia, la riabilitazione di pazienti totalmente edentuli presenta la necessità di modellare e caratterizzare le flange protesiche spesso al fine di migliorare la fonetica e di mascherare eventuali deformità crestali.






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Si ringrazia per il contributo scientifico i sig. Vincenzo D’urso, Luca Di Maglie, Giovanni Martinelli.
Curriculum Carlo Montesarchio
MONTESARCHIO CARLO nato a Napoli nel 1964 ha conseguito il diploma di Odontotecnico nel 1982, titolare del laboratorio sito in Napoli dal 1983. Autore di Pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, tiene seminari tecnici su invito dell’Università “Federico II” nei corsi di Laurea in Igienista Dentale , Odontoiatria e Protesi Dentaria presso L’UNIVERSITA’DEGLI STUDI DI NAPOLI” FEDERICO II”. Dall’A. A. 2005\06 è Coordinatore Tecnico del Corso in TECNOLOGIE PROTESICHE DI LABORATORIO .Docente di ANTLO FORMAZIONE.
Collabora attivamente con primarie Aziende del settore in qualità di ricercatore e collaudatore di materiali e tecnologie innovative . Relatore dei corsi master di protesi totale per VITA ZANFABRIK. Collaboratore esterno di laboratorio per l’Azienda Universitaria Policlinico Università degli studi di Napoli “FEDERICO II “.
Si occupa esclusivamente di protesi rimovibile totale.
La sua formazione è legata ad una lunga serie di esperienze maturate su varie sistematiche d’autore ,anche in collaborazione con altri specialisti della materia italiani e stranieri.
E-mail: cmontesarchio@alice.it
For Info: zerodonto@gmail.com